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Nuova sezione arcobaleno di colori naturali sul nostro sito con dettagli sull'origine dei pigmenti
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Vogliamo sfidarvi chiedendovi “Cosa abbiamo formulato questo mese?”
In questo capitolo della nostra rubrica “Biochim si presenta”, siamo lieti di farvi conoscere meglio il nostro amministratore delegato, l’ing. Sergio Carinelli.
Vogliamo sfidarvi chiedendovi “Cosa abbiamo formulato questo mese?”
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Il termine “polimeri” include una grande varietà di ingredienti con differenti proprietà. Essi offrono una vasta gamma di importanti vantaggi funzionali per consentire le performance e le qualità richieste nei prodotti per la cura della persona; coprono funzioni tra cui film former, modificatori reologici, leganti, fissativi, disperdenti e agenti incapsulanti.
Tuttavia, in vista delle emergenti preoccupazioni ambientali relative agli ingredienti polimerici e alle microplastiche, i lettori dovrebbero essere consapevoli che i nomi INCI da soli non possono essere utilizzati per identificare un potenziale ingrediente microplastico. Infatti, materiali con lo stesso nome INCI potrebbero avere una chimica simile, ma presentare caratteristiche fisiche estremamente diverse. In effetti, un gruppo di materiali potrebbe avere lo stesso nome INCI, ma qualità e applicazioni diversi.
L'ipotesi che tutti i polimeri siano microplastiche è inaccurata e fuorviante. Mentre è vero che tutte le plastiche sono polimeri, è importante ricordare che non tutti i polimeri sono plastiche. Ci sono molti fattori da considerare quando si identifica un materiale come una microplastica.
The European Chemical Agency (ECHA) così definisce le microplastiche:
“a material consisting of solid polymer-containing particles, to which additives or other substances may have been added, and where ≥ 1% w/w of particles have (i) all dimensions 1nm ≤ x ≤ 5mm, or (ii), for fibres, a length of 3nm ≤ x ≤ 15mm and length to diameter ratio of >3.”
Nel gennaio 2019, l'ECHA ha presentato la proposta di restrizione sulle microplastiche, mentre la consultazione pubblica è iniziata il 20 marzo 2019.
Lubrizol si è impegnata, e tuttora continua, a garantire che l'ECHA riceva solide informazioni scientifiche per la sua deliberazione su una possibile restrizione REACH all'uso intenzionale di “microplastiche”.
È importante considerare, come dichiarato dall'European Chemical Agency nella sua lettera a Lubrizol, che i polimeri (e le loro funzioni) inclusi nella tabella 44 dell'allegato D non incontrano necessariamente la definizione di microplastica. Questo elenco è stato usato dall'Agenzia solamente per calcolare l'impatto di eventuali restrizioni per questi polimeri. Si noti che l'ECHA ha inserito nel documento, per la sopracitata tabella, la seguente nota a pie di pagina: “'Not all uses of the polymers included in this list may meet the proposed microplastic definition.” Per questo motivo, la lista di ingredienti contenuta nella tabella 44 non è da intendersi come lista di ingredienti considerati microplastiche.
L'intenzione della proposta di restrizione dell'ECHA non è quella di regolare l'uso dei polimeri in generale, ma solo laddove soddisfino le condizioni specifiche che li identificano come microplastiche e dove il loro uso comporterà il rilascio di microplastiche nell'ambiente.
Questa valutazione è coerente con le importanti differenze tra i polimeri di Lubrizol e le plastiche. I polimeri di Lubrizol sono modificatori reologici, stabilizzanti, film former o copolimeri cationici acquosi sviluppati per una migliore compatibilità e trasparenza nei sistemi di tensioattivi anionici. Nelle formulazioni, non mantengono una forma fisica definita né vengono utilizzate come particelle scrubbanti. Inoltre, sono altamente disperdibili in acqua.
In aggiunta, Lubrizol ha condotto una valutazione comparativa delle proprietà chimico-fisiche tra i polimeri acrilici e le microsfere di plastica solida al fine di dimostrarne le differenze. Lubrizol ha, inoltre, condotto uno studio per la valutazione del rischio per determinare, in condizioni d'uso realistiche, il potenziale rischio ambientale derivante dall'uso di polimeri acrilici nei prodotti cosmetici finiti.
I risultati di entrambi gli studi dimostrano che l'uso dei polimeri acrilici di Lubrizol nei prodotti finiti per la cura della persona non presenta rischi dannosi per l'ambiente.
Come sempre, Lubrizol è pronta a fornire ulteriori informazioni all'ECHA su sua richiesta e sta monitorando attentamente i suoi progressi.